Un anno fa...

Un anno fa era domenica e arrivammo ad Hammerfest alle 6 del mattino dopo 5 giorni di progressivo avvicinamento al buio e al nord su una delle navi Hurtigruten. Fortunatamente erano con noi i Brunetti ("la Vanna e Brunetto") ad aiutarci nel viaggio e a impacchettare e spacchettare la casa.

Arrivammo in una giornata di brutto tempo, scendemmo dalla nave e ci precipitammo nella sala d'aspetto del porto per ripararci dal vento forte che alzava la neve. Gli uomini guidarono fino a casa, io, mia mamma e Sara fummo portate da un giovane tassista afgano che ancora saluto. La via centrale era deserta, i negozi mi parvero un po' squallidi e le case dalle facciate scalcinate ancora di più. Davanti a casa attraversò la strada un animale di cui non ho ancora scoperto il nome, forse un tasso o una nutria, che si gettò in mare. 
Fui poi felice di sapere che, essendo nel periodo natalizio, i negozi fossero aperti di domenica. Più per curiosità che per necessità, al pomeriggio andammo in uno dei supermercati vicino all'aeroporto. Tornando a casa passammo dalla via dell'asilo di ML (sapevo già che sarebbe stato il suo asilo) e ricordo una sensazione di tristezza nel vedere le casette a schiera, uguali e piuttosto piccole. Mi facevano un po' di tristezza anche le candele elettriche che addobbavano le finestre, perché non erano "tradizionali" vere...

Oggi quando cammino nella via centrale ogni luogo mi sembra familiare, mi danno gioia il cielo crepuscolare, le isole maestose e silenziose. Mi piace incontrare persone che conosco, anche solo di vista, e salutarle, fare due chiacchiere sul freddo e stupirle dicendo che la mia famiglia sta bene qua. Nessun posto mi è più indifferente, tutte le vie sono diventate per me conosciute e mi fanno venire in mente qualcuno o qualche episodio, anche poco rilevante. E' come se ogni cosa (o quasi) avesse acquistato una patina di familiarità che la fa emergere dal piattume e dalla banalità. Sono consapevole di quanto questa sensazione sia soggettiva e capisco chi trovi Hammerfest banale, squallida, deprimente. Bisogna cambiare occhiali, dare una chance al grande nord, sospendere il giudizio e poi tornare indietro e rivalutare tutto. E sono consapevole che il mio entusiasmo possa essere passeggero, che tra qualche mese possa trovare tutto consueto e ancora banale, come mi capitava nel mio paesino da adolescente. Ma ricorderò che almeno il primo anno mi è piaciuto vivere qua e scoprire i luoghi e la gente.

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