Rientro a "casa"?

Siamo tornati da una settimana e abbiamo ripreso la routine quotidiana con qualche cambiamento. Quello più grosso, la luce. L'estate polare con il sole di mezzanotte inizierà il 16 maggio ma già dal nostro rientro non fa più completamente buio. Le giornate stanno allungando al ritmo di 10 minuti al giorno, quasi un'ora e mezzo in una settimana, anche se il sole tramonta (alle 22 ma ancora tramonta), il tempo in cui si trova sotto l'orizzonte è troppo breve affinché il cielo diventi scuro.
Cielo verso ovest dal volo Tromsø-Alta, 21/4 ore 22:30 ca
E di conseguenza si dorme male, poco e male. I bambini si svegliano all'alba (le 3 circa) e faticano un po' a riaddormentarsi; il suono della sveglia, se ci coglie addormentati, ci fa trovare il sole già alto, come se fosse lì a chiamarti all'attività dicendoti che la giornata è già iniziata da un pezzo e sei te già in ritardo. La sera non viene mai l'ora di dormire, ad un certo punto guardiamo l'orologio e decidiamo di andare nel letto. Questo capitava anche a Stavanger, ma a giugno! E comunque nel cuore della notte ci era regalata un po' di oscurità, seppur non abbastanza da vedere tante stelle. Finora inoltre il tempo è stato molto stabile, con un bel cielo limpido senza nuvole che ha esaltato questa condizione di luce.


Ieri ho ripreso gli appuntamenti del giovedì: baby singing e lavoro a maglia. Ho chiacchierato un po' con una mamma del nostro viaggio in Italia, soprattutto delle temperature eccezionalmente alte e delle abitudini dei bambini. Quando le ho detto che nonostante il bel tempo, all'asilo escono poche volte a settimana e praticamente mai in inverno, è rimasta turbata. Deve aver pensato "poveri bambini italiani!" E mi ha proprio detto che era contenta di essere nata ed avere famiglia in Norvegia! Ed io? Io sono a metà, con le radici in Italia -dove non si esce se piove, si teme che i bambini prendano freddo e si portano dalla pediatra appena hanno la febbre (invece di aspettare 3 giorni) - e le foglie (e forse la testa?) nel nord del mondo -dove si cammina, si esce con qualunque mezzo in (quasi) qualunque condizione, ci si fida degli insegnanti dell'asilo e dei servizi pubblici in generale... E penso che farei fatica a tornare indietro, a discutere nel gruppo whatsapp delle mamme dell'asilo, a lamentarmi perché ML è tornato a casa con il gomito sbucciato, a spulciare il menu della mensa per trovare qualcosa che non va... Soprattutto nella gestione dei figli farei fatica a tornare indietro.
ML gioca con la neve davanti a casa di ritorno dall'asilo. Come si vede, ha abbandonato l'abbigliamento invernale, ormai è estate!

A fare la maglia invece eravamo in poche e tutte di nazionalità diversa, quindi c'era poco da fare, non si poteva che parlare norvegese! Ho conosciuto la mamma di una bimba somala in classe con ML, incinta del settimo figlio. Ha un anno meno di me e sta avendo 7 figli in 12 anni. Non è stato facile comunicare perché non mi capiva bene, nemmeno con l'aiuto delle altre, ma, dalla gestualità e da quello che ci siamo dette (e non dette) ho toccato quasi fisicamente la relatività della vita. Anche lei aveva la stanchezza della fine di una gravidanza probabilmente non cercata, anche lei parlava con affetto e orgoglio dei figli, ma a mala pena si ricordava i mesi in cui li ha partoriti e non aveva idea della classe in cui fosse la figlia all'asilo. Insomma, in casa loro all'asilo ci pensa il marito e lei sapeva appena il nome della maestra. Così lontano da noi! Eppure stiamo bene noi e stanno bene loro, sono modi diversi di concepire la vita; ognuno, per tradizione, cultura, abitudine si sceglie, più o meno consapevolmente, il suo. Poche volte mi è stato più chiaro questo concetto! 

Il calzino per Sara. Riuscirò mai a finirlo e fare il secondo?
Confesso che i primi giorni dopo il rientro sono stati un po' difficili, oltre che per la stanchezza accentuata dalla luce, anche per il pensiero di essere sempre ibrida, a metà tra l'Italia e la Norvegia, senza poter considerare "casa" né l'una né l'altra. Mi capita sempre quando torno, ma i tempi di ripresa si stanno accorciando! Anche perché in due giorni in cui sono uscita in centro ho incontrato e salutato tante persone che anche solo "di vista" ormai conosco, e questo dà una parvenza di casa.




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