Alta - parte 2 - weekend

Venerdí pomeriggio siamo partiti alla volta di Alta per trascorrere un fine settimana in compagnia di alcuni colleghi di Eminem e provare qualche attività tipica come i cani da slitta.
Northern Lights Cathedral, la cattedrale di Alta costruita nel 2013, illuminata con i colori dell'aurora boreale. Foto fatta dall'hotel Scandic il venerdí sera.


Sennalandet  

Alta si trova a 140 km da Hammerfest, circa due ore a seconda delle condizioni della strada. In questo febbraio un po' anomalo non abbiamo trovato la strada innevata ma la temperatura scendeva di km in km, fino a toccare la minima di -19,5 °C, almeno secondo la macchina. Usciti dall'isola di Hammerfest si trovano Kvalsund e lo ski center di Skaidi, poi 70 km di niente, fino ai quartieri residenziali appena fuori Alta. Nel mezzo l'altopiano di Sennalandet, una distesa desolata a 385m sul livello del mare. Nonostante i cumuli di neve irregolari si capiva che il terreno era piuttosto pianeggiante, almeno nella prima parte prima di riscendere tra strette colline rocciose. Il cielo era perfettamente limpido e stellato ma la luna piena non permetteva di vedere tante costellazioni. La luna era cerchiata da un alone chiaro il cui bordo variava tra il bianco e il verde... forse un'aurora boreale?


Dog sledding

Il sabato pomeriggio alle 16.30 avevamo prenotato il dog sledding ovvero un'escursione alla guida di una slitta trainata dai cani. Solo per gli uomini ovviamente, essendo Sara troppo piccola; anche Mattia Leone sarebbe un po' al limite come età, ma Amine aveva già fatto la stessa escursione nello stesso posto due anni fa e riteneva che fosse sicuro portarlo. L'agriturismo con l'allevamento di husky si trova al margine del bosco ed è costituito da diverse casette di legno più un cortile con le gabbie dei cani. È possibile pernottare e mangiare, Eminem ha ancora bene in mente la renna mangiata due anni fa, infatti dice che lo chef sia eccezionale.
I cani stavano in gabbie tipo scatole di legno piuttosto piccole sulla neve ed erano legati alla catena, posti a distanza tale da non toccarsi tra loro o comunque solo sfiorarsi. Onestamente, tra i latrati e i loro salti verso le persone, le prime sensazioni sono state di timore (dei cani) e anche pena (per loro) perché mi sembravano poco liberi tra le catene e le cucce piccole. Ma non ho approfondito e forse è solo un mio retaggio culturale, probabilmente le cucce sono piccole per non disperdere il calore e la catena necessaria. Ho avuto fiducia che gli allevatori li sapessero curare nel modo giusto, visto poi i modi gentili e rispettosi con cui li trattavano.
Dopo una concitata e drammatica vestizione siamo usciti a scegliere e preparare i cani. Concitata perché gli ospiti erano tanti e la stanza super affollata di gente, tute, cappelli e guanti e drammatica perché l'apparizione improvvisa di un gatto nero ha fatto scoppiare in lacrime Mattia Leone, che si conferma avere paura dei gatti.
A ciascun guidatore veniva assegnato un foglio con la disposizione dei quattro cani davanti alla slitta, andavano poi cercati nel cortile, imbracati e legati. La slitta si guida in piedi ed è simile ad un sedile di legno da spingere con dei manici e le lame sotto. Mi rendo conto che non è una gran descrizione, spero che dalla foto si capisca meglio. 
La slitta pronta per partire. Il cane NON sta spingendo Amine e la slitta, il cane tira la slitta dietro!
Alcuni guidavano da soli, mentre altri avevano un passeggero sul sedile. Mattia Leone era con una collega di Eminem e per lui avevano anche aggiunto un grosso sacco a pelo per evitare che prendesse troppo freddo (erano circa -14°C). La ricerca dei cani non è stata semplice perché erano stati messi nelle cucce sbagliate ed i nomi non corrispondevano. Cosí mentre uno degli addetti si complimentava con noi per aver avuto in sorte uno dei migliori cani scoprivamo che quello non era il nostro e la ricerca ripartiva in mezzo ai latrati.

Quando finalmente tutti erano pronti una slitta alla volta sono partiti in carovana ed io sono andata con Sara nell'edificio principale, quello con camere e ristorante. Ma prima mi sono goduta il silenzio e il buio. Sopra di me il cielo scuro stellato, sotto la neve alta e nel mezzo il bosco e una casa accogliente illuminata. 

L'ora che ho trascorso da sola ad aspettare che tornassero sono stata in pensiero, che ML piangesse, avesse freddo, paura, fame, sete etc... Insomma le preoccupazioni delle mamme. Ma poi sono arrivati e, pur avendo mani, viso e piedi freddi, era tranquillo. Ok, dopo 5 minuti ha iniziato a piangere perché probabilmente i piedi iniziavano a scaldarsi e facevano male, ma anche quello è passato velocemente. Hanno guidato quasi un'ora in mezzo al bosco, con qualche fermata per aspettare altri o sbrogliare le corde annodate dei cani, su sentieri stretti, con i rami che sfioravano il viso. Una bella esperienza per il mio Leone!



Sorrisniva igloo hotel
Il clou del weekend è stato la visita con pernottamento al Sorrisniva Igloo hotel, l'hotel di ghiaccio. 
L'entrata dell'hotel (al caldo)


Jan, il receptionist ma anche proprietario (almeno credo), ci ha fatto fare un tour guidato nella parte calda e spiegato tutto. La parte calda è un bell'edificio accogliente di legno, con annesso ristorante della forma di una tenda Sami. Una sala con divani, camino, giochi e tv, i bagni e la sauna con spogliatoio si trovano qui. 
Lungo il corridoio che porta all'uscita verso la parte posteriore c'è una saracinesca da cui prendere i sacchi a pelo per dormire, due a persona. Uscendo dal corridoio, sul retro dell'hotel, a circa 20 metri, si trova il grande igloo di ghiaccio con le camere e accanto il garage delle motoslitte. Sí perché oltre al dormire nel ghiaccio l'hotel offre tante attività: giro in motoslitta, toboga, slitta trainata dalle renne, escursione per vedere l'aurora boreale, jacuzzi all'aperto, camminata sulla neve con le ciaspole (moderne) e spark - una specie di monopattino da neve con cui si possono trasportare cose o persone, molto in voga anche ad Hammerfest. 
Gli spark

L'igloo e l'interno sono fatti di neve e ghiaccio e si conservano da soli con il freddo, non c'è bisogno di generatori o elettricità (a parte per le poche illuminazioni interne). Ogni anno viene ricostruito a novembre e a dicembre viene aperto al pubblico fino ad aprile, quando inizia a sciogliersi dal basso e iniziano a formarsi pozzanghere che compromettono la qualità. Ogni anno quindi è diverso e viene seguito un tema diverso, quest'anno l'era glaciale. All'interno c'erano quindi sculture di orsi, mammut, uccelli... 


L'entrata dell'igloo con le camere



Uno dei due corridoi su cui si affacciano le camere

Un orso scolpito nel ghiaccio




Da un lato si trovano il bar e la chiesa per i matrimoni, dall'altro due corridoi con le camere, singole o multiple. 
Le suites infatti sono formate da un ingresso con poltrone e tavolino (di ghiaccio) e una camera con letto più grande. La camera non va immaginata come una stanza di hotel ma come una stanza semplice con un po' di decorazioni e un letto di ghiaccio. Sul letto un materasso sottile e le pelli di renna. La temperatura è tra -4°C e -7°C, stabile. L'interno è naturalmente acusticamente isolato e, se si spengono le luci decorative, completamente buio, per cui il sonno è indisturbato. 

Jan ci ha spiegato che durante la notte è normale sentire il bisogno di andare in bagno perché il corpo cerca di liberarsi di tutto il superfluo e scaldare solo lo stretto indispensabile, quindi il bisogno va assecondato anche se comporta uscire per 20 metri all'aperto, probabilmente a temperature inferiori a -7°C. Dopo, si dormirà meglio.


Ma veniamo alla nostra notte. 

Nonostante la stanchezza non siamo riusciti ad andare a dormire prima di mezzanotte perché siamo tornati tardi dai cani da slitta, poi c'era la possibilità di vedere l'aurora, poi la cena... e sinceramente avevamo anche un po' di pensiero per il freddo e per organizzarsi bene con i bambini. Durante la giornata avevamo scoperto che sarebbero stati i due bambini più giovani a dormire nell'igloo, Jan ci aveva detto che se non fossero stati abituati alla cultura del freddo non li avrebbe lasciati dormire lí, in più aveva chiesto il parere ad altre persone... Insomma la sicurezza di avere due vichinghi temprati vacillava.
Considerando le varie possibilità abbiamo optato per unire due sacchi a pelo per me e i bambini e lasciare Eminem da solo in un altro. In più, poiché avevamo dimenticato la tuta pesante di Sara a casa, lei sarebbe stata dentro al sacco del seggiolino della macchina, in pratica un altro piumone e sopra, come suggerito da Jan, avremmo tutti avuto un ulteriore sacco a pelo dell'hotel. Come vestiti: due strati di lana, doppi calzini (tripli per Sara), guanti -forse-, sciarpa e cappello. Visto che non ero sicura di come avremmo dormito avevo anche preparato un sacchettino con extra cappelli e calzini, da mettere rigorosamente all'interno del sacco perché ogni cosa fuori poteva congelare o comunque freddarsi e risultare inutilizzabile. La parte in più in fondo al sacco a pelo, dove non arrivavano i nostri piedi, andava arrotolata sotto per evitare la formazione di aria fredda sotto ai piedi.
Una volta sistemati, i bambini si sono addormentati praticamente subito addosso a me. E io li ho seguiti a ruota! Peccato che poi Amine mi abbia svegliato quando è tornato con i suoi sacchi a pelo... Da lí non è stato facile riprendere sonno, anche perché volevo controllare continuamente che Sara non avesse freddo e ML non soffocasse visto che era ben dentro il sacco. Inoltre Sara si è svegliata con dei pianti improvvisi diverse volte ed ogni volta ho dovuto allattarla. Per fortuna tutti i miei strati erano vestiti da allattamento, cosicché non ho dovuto scoprirmi quasi per niente. Mattia Leone si è svegliato una sola volta (a casa sono almeno tre)! Intanto i bambini mi venivano sempre più addosso e non ero propriamente comoda. In più dentro al sacco avevo caldo, pensavo quasi di togliere uno strato di pantaloni.

Verso le 4 sono andata in bagno, non faceva freddo fuori e non è stato traumatico! Al ritorno ho tolto uno strato di calzini a Sara e da lí, entrambe, abbiamo dormito ininterrottamente fino alle 7 quando il Leone ha ruggito. Evidentemente anche lei aveva caldo, strano ma vero, si puo' avere caldo a -4°C.

Pensavamo di essere i primi a rientrare al caldo, ma c'erano già altre due o tre coppie che non avevano dormito bene ed avevano passato la notte un po' nell'igloo e un po' alla reception... Secondo me se fossimo stati senza i bambini Jan sarebbe dovuto venire a svegliarci la mattina alle 10; con i vestiti adeguati, al fresco, senza luci e senza rumori si dorme divinamente!



On the way back - il ritorno
Domenica siamo ripartiti nel pomeriggio perché le previsioni per la mattina erano brutte: vento, pioggia -la temperatura, con dispiacere di Jan, era salita sopra a zero- e forse neve su Sennalandet. C'era addirittura la minaccia di chiusura della strada tra Alta e Hammerfest, visto che anche quella per Capo Nord era stata chiusa. 
Alla fine Amine si e' beccato "solo" un bel po' di ghiaccio e vento che portava neve ovunque e riduceva la visibilita' a pochi metri ma in poco piu di due ore siamo comunque arrivati. 
La sera la strada e' stata poi chiusa ed e' stato inviato un convoglio di mezzi spazzaneve a scortare le auto. Anche l'aeroporto di Hammerfest e' stato chiuso e riaperto martedi. 

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